PDI CALABRIA: dal miracolo all’agonia

Dal miracolo di Loiero delle passate elezioni regionali all’agonia del PDI delle elezioni regionali 2010

questa è la parabola del PDI calabrese che segna la sconfitta dei due gruppi interni : ex PCI ed  ex DC dorotea, ma, soprattutto, segna la debolezza d’ogni cultura politica, l’assenza d’ogni riflessione negli strumenti propri del fare politica. Perché,quindi,il PDI è stato sonoramente “bocciato”?

Una prima riflessione è che ,nei tempi, sopravvivo uomini e correnti di  “ tempi trascorsi “ ; la seconda riflessione è  che ogni candidato ha pensato a se stesso  e, quindi,né alla Calabria, tantomeno al Partito che si vuole fatto di “ scudieri “: sordi, muti, ciechi come le “tre scimmiette”.

Questo partito non è dissimile ai due “vecchi partiti “: PCI e DC dorotea; ieri come oggi è in mano ad oligarchie di stampo doro-comunista che lo hanno ridotto ad una somma di comitati elettorali non dissimili tra loro,incapaci di dare voce , spazio e   responsabilità  al mondo della cultura “vera e libera” ed alla società civile altrettanto “ vera e libera “

Il PDI è un partito “vecchio” : di uomini,di fatti e di parole; un partito che esclude ogni ricambio generazionale e premia il “ carrierismo assistito”.

Ci si domanda,lo leggo sulla stampa calabrese, se  “ c’è qualcuno che ha remato contro “ ; certamente ce ne sono parecchi che hanno pensato di remare per autosalvarsi  trascurando le reali esigenze della Calabria e dello stesso partito  che hanno considerato  un proprio orto da  “sfruttare”, una proprietà privata da custodire  “ in proprio”: Mi accorgo che oggi si vorrebbero far ricadere tutte le colpe su un immancabile “cireneo” :l’on. Loiero al quale di certo colpe  non ne mancano: prima fra tutte quella di essersi fidato di …..  tanti  “cortigiani”! Ma quasi non ci fossero le colpe di un intero partito e dello stesso on. Peppe Bova che opportunamente un quotidiano calabrese afferma:: “ essere rientrato in Consiglio per il rotto della cuffia e che nella lettura del l “auto-resoconto della sua attività” lo avvicina a Herry Kissinger.

Certamente Loiero avrà, anzi ha, le sue colpe nell’aver voluto testardamente ricandidare, ma il partito,tutto il partito,alla fine lo ha accettato, timoroso che l’on. Loiero potesse candidarsda indipendente.

Ma perché non domandarsi dove era il partito quando Loiero clientelizzava la politica ? E dove fossero i consiglieri regionali nei dibattiti consiliari ? E dove,soprattutto, fosse quel presidente del consiglio all’atto della approvazione del documento di programmazione che è il “ Bilancio “ ? Le maggiori colpe  della disfatta politica del PDI sono nel partito e nella ex presidenza del Consiglio regionale! E’ proprio il Presidente di un Consiglio regionale che può raddrizzare le “scelte” di una Giunta regionale. Inviterei l’on. Bova a ristudiare la storia della Regione soffermandosi sull’impegno di un presidente del consiglio : l’on. Casalinuovo, ma anche sull’attività e l’impegno dei suoi vecchi compagni di partito ! Ma quelli erano altri tempi……….!

Penso che hanno ragione gli amici Muzzì e Lodari a chiedere  una convocazione della direzione del partito; io avrei  preteso una riunione di Comitato provinciale nel quale avrei chiesto si presentassero dimissionari, in ordine di responsabilità: il segretario regionale, la direzione regionale,l’on. Bova e l’on. Loiero  ed avrei loro chiesto ,non solo di dimettersi, ma di cercare spazio nel partito solo per aiutare la formazione di una nuova classe dirigente  meritocratica e …..solo meritocratica !

O, no ?

Ma sull’argomento non mancheremo ancora di soffermarci per arrivare a fare i nomi di ….. chi ha remato contro! E lo faremo come al nostro solito : duramente!

Sergio Scarpino     www.calabrialaicitaechiesa.it

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